SocialFit: RetroFit di un ex-edificio residenziale | Progetto vincitore
Sociafit: Retrofit of an ex-residential building | Winning project
INARCH Master Designer of Sustainable Buildings–XIV edition
Roma, Italy
2014
Architects
Alessandra Lepore
with
Nina Mazzarella
Lina Monaco
SocialFit è un progetto di comunità composto da utenti che condividono consapevolezza ambientale, sociale ed energetica. Esso si basa sull’unione tra residenze ad alta efficienza energetica per soggetti sensibili alle tematiche della sostenibilità, social housing e co-housing per residenti temporanei, e appartamenti di grande taglio per famiglie di diverse etnie. La vita di relazione viene promossa da una serra produttiva idroponica incastonata nella struttura, manifesto di un più equo stile di vita, e segnale urbano sulla Valle dei Casali. Tale serra verticale è nodo di connessione tra la comunità dei residenti e quella della rete di orti sociali romani, diventando esperienza educativa per scuole e gruppi che vengono accolti all’interno degli ampi spazi comuni, aree lettura, relax, gioco e laboratori didattici.
Il piano terra è uno spazio pubblico, in cui la comunità “allargata” trova ulteriore occasione di scambio attraverso il mercato dei prodotti dell’orto e il livinLAB, luogo fisico ove si monitorano le informazioni relative agli orti urbani e alla rete sociale che vi gravita attorno.
Gli spazi della comunità, giocando su triple e doppie altezze alternate, definiscono due “L” residenziali contrapposte ad est e ovest, solcate da volumi di servizio che in copertura emergono attraverso vasche di raccolta dell’acqua, di fitodepurazione e di acquacoltura della verticalfarm. Il sistema degli alloggi si articola in 96 alloggi misti tra simplex e duplex.
Una pelle ventilata in pannelli di legno riciclato ad alta prestazione energetica chiude i fronti nord, est ed ovest, aprendosi verso la Valle con scuri a soffietto. La capacità captante del prospetto sud è massimizzata grazie ad un sistema di facciata composto da fasce verticali trasparenti e variamente piegate al fine di ottimizzare le condizioni di comfort peculiari di ciascun ambiente retrostante.
L'aggetto delle logge private è dimensionato per ottimizzare gli apporti solari nel corso dell’inverno e per ombreggiare i locali interni in estate, nel corso della quale le vetrate vengono “impacchettate”, garantendo il fattore medio di luce diurna negli alloggi.
Agli spazi di relazione corrisponde una buffer zone, la cui progettazione e inclinazione è stata ottimizzata attraverso simulazioni CFD. Durante i mesi più freddi, la stessa accumula calore riducendo le dispersioni e permettendo ai solai massivi retrostanti di accumulare radiazione solare. In estate, la particolare inclinazione oltre ad ombreggiare se stessa nelle ore di massima altezza solare, permette nel tardo pomeriggio, quando è più necessario, di amplificare la ventilazione naturale generata per effetto camino dai pannelli solari di copertura, intercettando i venti che lambiscono il fronte sud dell’edificio.
In corrispondenza della serra idroponica la pelle si piega invece a guardare il cielo, massimizzando così l’apporto solare ai fini della produzione agricola e rendendo la serra climaticamente autosufficiente nei mesi invernali. Una valutazione LCA sul comportamento della serra ha determinato la scelta di un sistema in ETFE, avente minori emissioni di CO2 a parità di prestazioni. I sistemi passivi di facciata culminano in copertura ripiegandosi e ospitando l’impianto fotovoltaico in silicio monocristallino. Il FV di copertura garantisce 61% del fabbisogno energetico dell’edificio, comprensivo delle piastre ad induzione (autosufficienza dalla fornitura di gas) ed anche la pompa di calore geotermica, dimensionata per fornire energia termica e di raffrescamento all’intero edificio.
Per ottenere la copertura totale del fabbisogno elettrico, si è sfruttata l’occasione della riqualificazione del margine lungo la Valle dei Casali, del nuovo accesso alla Valle, composto da terrazzamenti che ospitano non solo gli orti urbani e i sistemi d’acqua della fitodepurazione, ma anche tecnologie di produzione energetica sostenibile, quali collettori solari ed i terminali dei condotti di ventilazione naturale interrati. Il sistema edificio-impianto-comparto così strutturato porta l’intero complesso a produrre un surplus di energia che viene immesso direttamente in rete, comportando così lo strutturarsi del comparto in termini di smart grid.
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